martedì 20 dicembre 2016

SHAKESPEARE E IL CINEMA:CONTINUANO LE LEZIONI DELL'UNITRE

Venerdì 16 Dicembre alla sala degli specchi del comune di Sanremo, Andrea Panizzi ha presentato il suo nuovo libro. Il romanzo, intitolato “Shakespeare in movie”, strettamente collegato al cinema, riguarda la vita di Shakespeare e le sue opere ed è stato presentato per la prima volta lo scorso 18 novembre presso i locali del Palazzo Ducale . Il libro è stato pubblicato per i 400 anni dalla morte di Shakespeare al fine di divulgare ulteriormente le tanto amate e celebri opere. All’incontro lo scrittore ha parlato delle numerose teorie e leggende che vi sono riguardo a Shakespeare e alla sua esistenza, spiegando che secondo alcuni il poeta non sarebbe mai esistito o come fosse ritenuto in realtà italiano, credenza alimentata dai numerosi riferimenti a città e personaggi italiani presenti nelle sue opere, come per esempio la scelta di ambientare "Romeo e Giulietta" a Verona. Secondo il parere di Panizzi il cinema è nato con Shakespeare e si è servito delle sue opere per realizzarsi. Durante lo svolgimento dell’incontro lo scrittore, per ribadire l’importanza del rapporto cinema-teatro nelle opere di Shakespeare, ha mostrato alcune scene delle opere cinematografiche di ispirazione Shakespeariana; come la commovente fine del film “Romeo e Giulietta” diretta da Franco Zeffirelli, in cui i due amanti vanno incontro ad un tragico destino per amore. Si è parlato inoltre del ruolo di grande importanza che ha Shylock, un immaginario usuraio ebreo che vive a Venezia, che troviamo in “The merchant of Venice” (“Il mercante di Venezia”) e, a questo proposito, è stato mostrato il suo celebre monologo, interpretato da Al Pacino nel film del 2004 diretto da Michael Radford, in cui egli, emarginato in quanto ebreo, rivendica il diritti di essere riconosciuto uguale a tutti gli altri esseri umani e giura di vendicarsi contro coloro che sono stati crudeli con lui. "Mi ha maltrattato e defraudato di mezzo milione; ha gioito delle mie perdite, deriso i miei profitti,disprezzato il mio popolo, ostacolato i miei affari, allontanato i miei amici, saziato i miei nemici. E per quale ragione? Perché sono ebreo. Non ha occhi un ebreo? non ha mani un ebreo ? organi, consistenza, sensi, affetti, passioni, non si nutre dello stesso cibo, non è ferito dalle stesse armi, non soffre delle stesse malattie, non è curato con gli stessi rimedi,scaldato agghiacciato dallo stesso inferno dalla stessa estate di un cristiano? E se ci pungete non versiamo sangue? Se ci fate il solletico non ridiamo? Se ci avvelenate non moriamo? E se ci fate un torto, non ci vendichiamo? Se siamo a voi uguali in tutto il resto perché non assomigliarvi anche in questo. Se un ebreo fa un torto ad un cristiano, a che si riduce la sua carità? Alla vendetta. Se fa torto ad un ebreo quale esempio elevato di sopportazione gli mostra un cristiano perfetto? Solo vendetta. Io metterò in pratica la malvagità che ci insegnate e non sarà difficile che io vada anche oltre , ben oltre l'insegnamento.“ Si è, poi, ricordato l’attore e regista italiano Giorgio Albertazzi, che si dedicò all’interpretazione di numerose opere di Shakespeare e che prima di morire, quasi volendo che fossero le sue ultime parole, recitò gran parte delle opere del drammaturgo inglese. E’ stato proiettato anche parte del monologo tra Mercuzio e la regina Mab nel film “Romeo e Giulietta” diretto da Franco Zeffirelli in cui il gioco di sguardi tra i due protagonisti segna il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Si è parlato anche della versione di “Romeo e Giulietta” del regista ligure Renato Castellani, prodotta nel 1954; versione che secondo Panizzi è molto bella visivamente e in cui ogni inquadratura è ispirata ad un dipinto. Al termine dell’incontro lo scrittore ha fatto un confronto tra i due personaggi di grande valore all’interno delle opere di Shakespeare: Riccardo III e Enrico V. Il primo viene delineato come un uomo crudele ed un personaggio negativo, mentre il secondo come un modello di virtù; in entrambe le opere vi è una visione pessimistica della storia da parte dell’autore. Infine lo scrittore ha parlato del rilevante ruolo di Venezia nelle opere shakespeariane, descritta come città del vizio, affascinante e piena di misteri.

Ufficio Stampa Liceo G. D.. Cassini Sanremo








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